L'Intervista alle famiglie Arcobaleno stilata dalla sezione LGBT 2011

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  1. Nuur
     
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    Risponde uno dei fondatori dell'associazione (non metto il nome perché non vorrei finisse in pasto ai giornali)

    1. Perché avete accettato di rispondere a queste domande?
    Perché è importante che tutti conoscano meglio la realtà omogenitoriale

    2. Da quanto tempo siete una coppia?
    Ci sono coppie insieme da 2 anni altre da 20.

    3. Siete sposati? Se si, da quanto tempo e dove lo avete fatto? Se no, avete intenzione di farlo?
 Le coppie sposate all’estero sono riconosciute in Italia?
    Alcuni di noi sono sposati in Canada o negli Stati Uniti, molti in Spagna, ma lo Stato Italiano non riconosce i matrimoni omosessuali perché considerati “contrari all’ordine pubblico”. Molte coppie omosessuali si sposano per avere un documento (non effettivo in Italia, ma ufficiale perché rilasciato da un governo) della realtà della coppia genitoriale: in questo modo se un domani il genitore non biologico dovesse far valere i diritti del proprio figlio a mantenere con lui una “continuità affettiva” il tribunale avrebbe delle prove su cui basarsi.

    4. io vorrei chiedere a queste mamme come hanno scelto di avere i loro figli, se con fecondazione assistita, scegliendo di privare il bambino del padre naturale, o se hanno previsto di concedere la conoscenza del padre biologico ai loro figli magari avendo il bambino con un conoscente o un amico.
    Esistono diverse tipologie di famiglie omogenitoriali: quelle a fondazione lesbica o gay per lo più sono fatte da una coppia di donne o di uomini che ricorrono alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) o alla Gestazione Per Altri (GPA- la cosiddetta “madre surrogata”). In questi casi il genitore dell’altro sesso non esiste: esiste un donatore o una donatrice di gameti, che possono essere anonimi (conoscibili o meno a seconda della legge del paese in cui lo sperma o l’ovulo sono donati) oppure conosciuti (per esempio un amico o un parente, che però non si considera un genitore e non ne assume le responsabilità). Nel caso della GPA esiste inoltre una portatrice (che porta avanti la gravidanza di uno zigote originato da un ovulo non suo, ma di una donatrice appunto), la quale neppure si considera una madre (di solito ha già dei figli suoi e compie questo percorso avendo chiaro di cosa si tratta nell’ottica di aiutare altre coppie che non sono in grado). Nessuno quindi viene “privato” di un genitore che non è mai esistito.
    In altri casi, che si definiscono “coparentali” la coppia di genitori dello stesso sesso collabora per avere il figlio con un genitore (o una coppia) dell’altro sesso, e tutte le figure sono riconosciute come genitori e partecipano alla crescita del figlio, anche se talvolta le responsabilità e il peso delle diverse figure genitoriali sono distribuiti diversamente fra le diverse persone coinvolte.
    Infine ci sono genitori omosessuali che hanno avuto figli in un matrimonio etero e poi hanno capito di essere gay o lesbiche… in questo caso i genitori sono sempre gli stessi due. Ma il compagno di papà o la compagna della mamma possono assumere ruoli più o meno importanti di riferimento.

    5. in poche parole vorrei sapere se intendono privare il bambino della conoscenza del padre biologico. 
nel caso di risposta affermativa chiederei loro il perché e come pensano di rispondere alle domande sul padre che inevitabilmente arriveranno?
    Le domande sul “papà” arrivano sempre, e anche quelle sulla “mamma” quando si tratta del figlio di due uomini. Il bambino sa che gli altri bambini (e anche la maggior parte degli adulti) hanno una sola mamma e un solo papà e che quindi credono che tutti debbano averli, ma che si sbagliano, basta spiegarglielo, e se non ci credono basta chiamare le mamme o i papà a spiegarglielo. Di solito le maestre sono avvisate prima in modo da garantire che nel confronto con i compagni i bambini accettino la realtà della famiglia “diversa” del bambino. Diventa importantissima la visibilità dei genitori che è un fattore protettivo e una sicurezza per il figlio.

    6. vorrei anche chiedere a queste coppie se frequentano altre coppie omogenitoriali
    Famiglie Arcobaleno è nata proprio per questo ed è un momento importantissimo sia per i genitori che per i figli

    7. Ci sono state mai situazioni critiche, prima e dopo la nascita, per il fatto che uno è il genitore biologico e l’altro no? (eventualmente: Come si superano?) Queste mamme e padri come vivono loro la maternità/paternità all'interno della coppia. se la madre non biologica riesce a sentire davvero suo il bambino e viceversa se la madre biologica sente di poter contare davvero sull'altra mamma acquisita.
    Spesso i problemi nascono quando ci si trova di fronte ad istituzioni che vogliono interagire con i genitori e possono chiedere per la co-mamma o il co-papà di avere una delega da parte del genitore biologico. In molti casi però il rapporto diretto con le persone (per esempio le insegnanti, i dottori, gli infermieri…) rivela una loro apertura e una scarsa formalità. Il vero fantasma però, la vera paura è che cosa accadrebbe se il genitore biologico morisse, perché in quel caso il figlio perderebbe entrambe i genitori, non essendo riconosciuto dallo stato il genitore sociale. La raccolta di documenti che provino la presenza del genitore sociale nella vita del piccolo può essere allora (se il giudice non è omofobo) un modo di garantire che l’affidamento sia dato al genitore sociale per tutelare il diritto del bambino alla continuità affettiva. Se però i nonni, per esempio, si opponessero sarebbe molto difficile.

    8. il seme/ovulo è di un donatore anonimo oppure di una persona che conoscevate?
    In associazione la maggior parte dei casi (ma non tutti) sono di coppie che si sono appoggiate a donatori anonimi.

    9. Perché avete desiderato un figlio/dei figli?
    Che cosa risponderebbero i vostri genitori? Provate a chiederlo a loro.

    10. Avere un figlio è una questione per ricchi e per persone pazienti?
    Alcuni percorsi (PMA e GPA) richiedono maggiori sacrifici sia economici che emotivi. Altri richiedono meno “fatica” nell’immediato, ma molta pazienza e capacità di relazionarsi nel corso della crescita del figlio (la cogenitorialità). Ognuno sceglie in base alle sue possibilità e alle sue predisposizioni.

    11. qual è il vostro lavoro, un membro della coppia ha scelto di lasciarlo per crescere i figli?
    Per lo più il genitore biologico fa ricorso ai permessi di maternità o di paternità. Poi ci possono essere riduzioni di orario. In altri casi si tratta di liberi professionisti, o di una combinazione dei due. Per lo più si cerca di mantenere una equa divisione del tempo speso con i figli quando è possibile. In alcuni casi (rari mi sembra) si ripropone anche la divisione dei ruoli tradizionali in cui un partner fa il “provider” e l’altro l’”housekeeper”. Non manca, come in tante famiglie eterosessuali, il ricorso a nonni, nonne, zie e ovviamente alle baby sitter.

    12. siete tacitamente o dichiaratamente famiglie arcobaleno (con il pediatra o l' asilo, per esempio)
    La visibilità dei genitori è assolutamente importantissima verso tutte le persone che hanno a che fare con i figli. Sarebbe grave insegnare ad un figlio che c’è qualcosa di sbagliato o di cui vergognarsi nella sua famiglia. Inoltre se altri adulti cominciassero a dirgli che non è possibile avere due mamme o due papà il bimbo potrebbe andare in confusione.

    13. Perché non adottare? Scelta obbligata o volontaria?
    In Italia è una scelta obbligata. Molti adotterebbero se potessero, ma molti non adotterebbero nemmeno in quel caso: l’adozione è una scelta che va fatta consapevolmente e perché lo si vuole veramente.

    14. Qual è la cosa più importante da chiedere allo Stato italiano? Proprio la prima cosa.
    Il riconoscimento del matrimonio omosessuale e la possibilità per il genitore sociale del bambino di adottarlo. In altre parole riconoscere la possibilità giuridica di avere due genitori dello stesso sesso.

    15. Ci definite in 3 parole il concetto di famiglia?
    Amore: appartenenza, cura, progetto.

    16. Siete cresciuti in una famiglia “convenzionale”?
    Al 99% sì.

    17. Come siete percepit* dai bambini con cui entra in contatto vostro figlio?
    Non mancano i compagni invidiosi: “Sara ha due mamme!! Eh, beata lei!” Oppure “Anche io voglio due papà!!”

    18. I bambini vi hanno mai chiesto come mai hanno due mamme o due papà, anziché una mamma e un papà come i loro amici?
    Di solito si insegna la storia della loro nascita ai bambini molto prima che siano loro a chiederla… Esistono molti modi estremamente semplici e descrittivi per raccontare la GPA e la PMA ai bambini.

    19. Come si comportano gli altri bambini con voi e i vostri figli?
    Normalmente

    20. E gli altri genitori?
    Se all’inizio c’è qualche diffidenza di solito fanno molto presto a rendersi conto che hanno molto più in comune, in quanto genitori di bambini piccoli, che di differenza in quanto eterosessuali… Nel quotidiano è qualcosa che tende a passare in secondo piano…

    21. Come avete stabilito cosa rispondere alle molte domande del** bambin*, vi siete affidati a psicologi, avete seguito il buon senso o cosa?
    L’omogenitorialità ha un passato piuttosto lungo e molte famiglie sono state pioniere in altri stati, in modo sempre più visibile da trent’anni a questa parte. I libri con le loro esperienze, i contatti con loro, e ora l’associazione Famiglie Arcobaleno in Italia assicurano una trasmissione di know how e di conoscenze utili a prevenire i problemi più ovvi in un mondo eterosessista: per esempio la segretezza può essere causa di molti problemi.

    22. Qualcuno parla di bambini "ghettizzati", come se voi genitori li chiudeste in delle campane di vetro per non vederli discriminare dalla massa. E' una leggenda, suppongo, ma quali sono pragmaticamente gli strumenti di cui vi avvalete per far integrare i vostri bambini?
    I bambini vanno a scuola con i bambini figli di famiglie eterogenitoriali, hanno una famiglia allargata al 99% eterosessuale, e guardano la TV come tutti gli altri… occasionalmente con loro grande gioia si trovano ai raduni di FA con altri figli di famiglie omogenitoriali, ma di solito, a parte i loro genitori e qualche amico di famiglia non frequentano ambienti “gay”. Dove sarebbe il “ghetto”?

    23. E' necessaria la presenza di un uomo che ricopra il modello maschile, nel caso di coppia lesbica con figli? Perché? (questa è da ignoranti, quindi se vuoi escludila e poi me la vedo io)
    No non è necessario, perché l’identificazione con il maschile o con il femminile evidentemente non avviene necessariamente attraverso il genitore maschio o femmina (ci sono i compagni, i Media, i parenti…). Infatti gli studi scientifici fatti su centinaia di casi, in trent’anni, testimoniano che avere due genitori dello stesso sesso non aumenta in nessun modo la probabilità di avere tratti atipici dell’identità sessuale.

    24. Come vedete il futuro delle famiglie arcobaleno? Vi aspettate un incremento, un calo, un riconoscimento o altro?
    Sì, di certo stiamo assistendo ad un incremento e se l’Italia non uscirà dall’Europa dovrà arrivare presto o tardi ad una serie di riconoscimenti.

    25. vorrei sapere se tra loro ci sono cattolici praticanti e se, nel desiderio di avvicinare i loro bimbi ai sacramenti (battesimo, comunione, cresima), abbiano subito discriminazioni da parte della loro diocesi.
    Sì, e sì, ma ci sono anche molte testimonianze di preti di mentalità aperta che non hanno esitato ad accogliere delle famiglie arcobaleno a braccia aperte (qualche volta persino in attrito con i propri superiori).

    26. Qual è l'approccio degli altri genitori alla vostra coppia, durante le riunioni scolastiche et similia?
    Curiosità, diffidenza, fascinazione…indifferenza…? dipende.

    27. Avete mai detto al bambino che la vostra famiglia è speciale o qualcosa del genere, come a distinguerla dalle altre? Credete sia giusto farlo?
    Ogni famiglia è speciale. Nessuno è uguale. Questo è un insegnamento importante per i nostri bambini.

    28. Cosa e come avete insegnato ai vostri bambini riguardo agli argomenti lgbt?
    Tra le storie che imparano, oltre a tutte le storie tradizionali, ci sono alcuni libretti che affrontano il tema dell’omoaffettività. Inoltre “respirano” il mondo gay nelle occasioni in cui la famiglia lo frequenta… incontri con FA e Gay Pride per lo più. Non c’è comunque di solito un “indottrinamento” ad hoc.

    29. I vostri figli vi hanno dato dei soprannomi? :)
    Sì… a volte si tratta di contrazioni dell’esteso “mamma+nome di battesimo” o “papà+nome di battesimo”, per esempio “mamò” (mamma Monica) e “matà” (mamma Tiziana) che il bambino ha trovato da solo. Altre volte sono i genitori a trovare dei nomi con cui farsi chiamare in modo distinto: “papà” è uno e “babbo” è l’altro…

    30. Il/la bambino/a si affeziona più ad un genitore rispetto ad un altro? ( es. di solito si è + attaccati alla mamma )
    Non sempre, ma può capitare… di solito chi si occupa di più dei bambini instaura un legame più intimo, ma anche la divisione dei ruoli, quando è presente (se uno fa sempre fare i compiti e l’altro porta sempre a giocare per esempio…) o le diverse caratteristiche relazionali, possono avere un peso (affinità, complementarietà…).

    31. I vostri genitori vi hanno fatto problemi, erano scettici quando avete detto loro che sarebbero diventati nonni, oppure hanno condiviso la vostra gioia?
    Spesso i genitori sono scettici perché non credono che sia davvero possibile, oppure perché hanno la paura implicita che il bambino nascerà con tre teste e la coda… ma quando il nipote nasce se ne innamorano. Non mancano naturalmente le storie di genitori supportivi dal primissimo momento, né di altri che non hanno mai accettato il partner del proprio figlio (soprattutto se quest’ultimo è il genitore biologico) come genitore del proprio nipote.

    32. Famiglia ed amici vi hanno supportato in questa avventura?
    Ci sono storie molto diverse… in ogni caso ci sono state molte amicizie finite e altre nate, o rinnovate intorno a questa scelta di avere dei figli. Per molti gay rimane un passo inconcepibile e un dito rigirato nella piaga della loro omofobia interiorizzata.

    33. Avete ricevuto critiche o altro da persone che credevate vicine o che, hanno capito la vostra situazione? E come avete reagito?
    Vedi sopra.

    34. Nel posto dove vivete la vostra famiglia è vista di buon occhio? avete mai subito offese o danneggiamenti da parte di concittadini che non appoggiavano le vostre scelte? e i vostri bambini?
    Dipende moltissimo ovviamente, ma per lo più la presenza dei bambini normalizza moltissimo la percezione della famiglia… le persone che interagiscono con le famiglie omogenitoriali vedono la “normalità” di famiglie che nel quotidiano funzionano davvero come tutte le altre… Ci sono però episodi di diffidenza di persone che si tengono alla larga, ma questo non è davvero molto diverso dalle antipatie che tutte le famiglie possono suscitare in qualcuno.

    35. Nel caso di separazione come agisce la Legislazione italiana, a chi affida il bambino, secondo quali criteri? E chi mantiene chi, se la famiglia non sussiste stando alla legge?
    Il bambino per la legge italiana è figlio esclusivamente del genitore biologico, quindi quando viene meno la volontà di questi di garantire la relazione con il genitore sociale questi non ha alcuna garanzia di poter mantenere il contatto con il figlio, né alcun obbligo di partecipare al suo mantenimento.

    36. Perché siete rimasti in Italia al costo di subire un giorno i rischi a cui l'inesistenza di leggi a difesa della famiglia omosessuale vi espone?
    Bella domanda… ma l’alternativa sarebbe rinunciare a lottare per il proprio diritto ad essere cittadini del paese in cui si è nati… Comunque non mancano quelli che decidono di andare all’estero, quando ci sono le risorse e le opportunità per farlo…

    37. Domanda provocazione: ma vi sentite un po’ egoisti/e a voler pensare di realizzare il loro sogno di metter su una famiglia etc.. pensando che sia sufficiente amare i propri figli per fargli superare tutte le difficoltà che dovranno incontrare in una società che è chiusa su questo argomento? E se avevate questo tipo di "freno", come l'hanno superato??
    Volere un figlio significa amarlo prima ancora che venga al mondo: rinunciare a farlo nascere per le difficoltà che dovrebbe affrontare significherebbe rinunciare a quell’amore senza lottare per difenderlo. L’amore è sempre un po’ egoista: “desidero il meglio per te perché questo mi fa stare meglio”. Rinunciare a fare esistere l’oggetto del proprio amore significa comunque rinunciare ad amarlo. È ciò che fanno anche molti eterosessuali che decidono di non avere figli perché “il mondo è brutto e sovrappopolato e la vita è difficile”. È una visione molto pessimista dell’esistenza. Tutti i figli dovranno affrontare delle difficoltà, ma questo non significa affatto che non saranno felici, ed ovviamente chi decide di avere un figlio si illude sempre di poterlo rendere felice… o almeno ci spera ardentemente.

    38. (Premetto che sono etero e forse sembreranno domande sciocche) La mia unica domanda non riguarda i bambini, ma come si vive in fase di pre-adolescenza, adolescenza il rapporto genitori figli, quella fase dove si mette in discussione tutto, il figlio si ribella a questo stato delle cose? dà mai la colpa all'omogenitorialità? Come lo vive con gli amici e compagni di scuola? (in quest'età i ragazzi sanno essere molto crudeli)
Hanno notato difficoltà in più, in meno o uguali rispetto a coppie con genitori di sesso opposto?
Come genitori, si tende di più a confrontarsi e associarsi ad altre coppie omo, o si cerca supporto e confronto anche o soprattuto con coppie di genitori etero? C'è bisogno di un punto di riferimento di sesso opposto a quello dei due genitori per il figlio? Nel caso chi si è scelto come punto di riferimento?
    Un sacco di domande tutte insieme…
    In FA i bambini più grandi hanno 13 anni… ci sono adolescenti figli di matrimoni eterosessuali precedenti all’accettazione della propria omosessualità da parte di uno dei genitori, ma sembrano cavarsela egregiamente. Gli studi internazionali sui figli adolescenti di coppie gay e lesbiche dicono che la specificità della loro famiglia non rappresenta un fattore di rischio per la loro felicità, ma che costituisce certamente un contenuto importante da affrontare, come per gli altri lo costituiscono problematiche diverse (ogni minoranza deve affrontare il fatto di appartenere ad una minoranza, molti appartenenti alla maggioranza sono terrorizzati dall’essere “normali”, e chi più ne ha più ne metta). Spesso nella sfera sessuale c’è maggiore libertà di sperimentazione con i coetanei e maggiore intelligenza nel farlo (minori comportamenti predatori fra i maschi per esempio). I gruppi di figli di genitori omosessuali (come COLAGE) costituiscono un buon riferimento e raccontano storie di ordinaria adolescenza.

    39. Conoscete la realtà di altre famiglie omogenitoriali all’estero?
    Sì, esiste un network internazionale di associazioni di famiglie omogenitoriali.

    40. Quanto è lungo l'iter per sostenere l'inseminazione o per adottare un bambino? Quanto costa?
    È molto variabile, perché la biologia non è prevedibile nemmeno quando entra in gioco l’assistenza medica. Dipende da quanti tentativi divengono necessari… ma può indubbiamente divenire molto lungo e costoso.

    41. Quanto tempo avete impiegato a svincolarvi dalle paure che impediscono a moltissime altre coppie omosessuali di crearsi una famiglia come la vostra? Alla luce dei fatti consigliereste di restare in Italia o no?
    Di solito le paure svaniscono quando si incontrano di persona altri che hanno fatto il percorso e hanno creato una famiglia. Certamente se restare o partire non è una cosa che si può consigliere dall’esterno… ognuno deve valutare molti altri aspetti… lavoro, relazioni, progetti… si può avere una famiglia ed essere felici anche qui.

    42. I vostri figli come spiegano la situazione della vostra famiglia ai propri amici?
    Per lo più con grande semplicità: la descrivono e spiegano che la loro famiglia è fatta così.

    43. Come pensate che dovrebbe cambiare il diritto di famiglia in Italia per essere, se non perfetto, almeno accettabile?
    Matrimonio omosessuale, adozione omosessuale, legge contro l’omofobia.

    44. Se aveste potuto scegliere, avreste preferito adottare, o sareste ricorsi/e comunque ai metodi che avete utilizzato per avere un figlio vostro?
    Per ognuno è diverso… l’adozione è una scelta differente da quella di avere dei figli, perché significa sentirsi pronti ad affrontare tutta una serie di problematiche relative al passato del bambino che spesso non sono scontate. Non è quindi da tutti (per il bene del bambino). Sono però moltissimi in associazione che avrebbero voluto poterlo fare.

    45. Nel caso di gravidanza e non di adozione ovviamente, come hanno affrontato i corsi preparto. Com'é stato l'approccio delle coppie etero verso le due mamme durante i corsi e quali erano, se ne avevano, i loro timori.
    Ho sentito storie molto carine di grande accettazione, ma immagino che su questo se ne vedano di ogni…

    46. avete partecipato (o parteciperete) con i vostri figli a qualche Pride? se no, perché? se si, come hanno percepito loro la manifestazione?
    In ogni Gay Pride c’è un trenino di Famiglie Arcobaleno. I bambini lo trovano una festa straordinaria, ma i genitori di solito prendono delle precauzioni. Per esempio una distanza di sicurezza dai carri più rumorosi, una zona intorno al treno protetta da un cordone umano per evitare che il fiume di persone disorienti i bambini, etc. Alcuni preferiscono non portare i figli in una situazione di caos, ma per lo più la gioia di essere tutti insieme supera le perplessità.

    47. domanda più importante: siete felici?
    Da quel che si vede direi di sì… magari qualche litigio, come le famiglie normali.
     
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  2. S@sy
     
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    Molto molto bella :) però sbaglio o l'avevi pubblicata già tempo fa? Oppure hai fatto una nuova intervista?
     
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  3. Nuur
     
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    no è sempre la stessa ma non trovavo più il post!
     
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  4. S@sy
     
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    Thanks ;)
     
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3 replies since 8/7/2013, 11:31   105 views
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